ARPA GOTICA

Durante la metà del XIV secolo nell'Europa continentale la piccola arpa romanica fino ad allora diffusa, che spesso veniva suonata con una sola mano col ruolo di semplice raddoppio della linea del canto, cade in disuso per lasciare il posto ad uno strumento più grande e dalle potenzialità tecniche superiori: l'arpa gotica, che troviamo riprodotta in numerosi quadri dell'epoca, come l'Inferno di Hieronymus Bosch. 

Pur derivando anch'essa dalla "cythara anglica" differisce notevolmente dall'arpa irlandese coeva. Dove questa presenta una struttura massiccia - necessaria a reggere la forte tensione delle corde in metallo - ed una cassa di risonanza ampia, l'arpa gotica è invece di struttura esile, poichè incordata in budello (materiale che genera una tensione pari a circa 1/3 del metallo), e la cassa di risonanza è più stretta e meno profonda. Le differenze sono comprensibili a fondo se si pensa agli usi cui i due strumenti erano destinati: mentre l'arpa irlandese già nel Medioevo è uno strumento eminentemente solista, da cui si richiede un notevole virtuosismo tecnico e che deve disporre di conseguenza di un'estensione ampia e di un timbro brillante, all'arpa gotica è affidato in prevalenza il ruolo di accompagnamento al canto - sorta di continuum ante litteram -  ed il numero di corde è minore, fra le 17 e le 26. Il suo timbro è dolce e rotondo, analogo per molti versi a quello del liuto. Viene poi potenziata l'ottava bassa dello strumento: si può notare dal brusco incremento dell'altezza della curva armonica in corrispondenza delle corde basse, quando invece nell'arpa irlandese la mensola ha un'inclinazione minima.

Un'interessante potenzialità dell'arpa gotica è costituita dagli uncini, che in alcuni esemplari sono presenti in sostituzione dei cunei fermacorde. L'uncino è pur sempre un cuneo, la cui testa non è però tondeggiante ma a forma di L. In questo modo, se essa viene ruotata in modo da entrare in contatto con l'estremità della corda per creare un'interferenza nella vibrazione di quest'ultima, ne risulterà un particolare suono ronzante e nasale, assai potente e simile a quello della bombarda, senz'altro insolito rispetto a quanto ci aspetteremmo di sentire da un'arpa. Questo sistema era utilizzato perchè il volume sonoro prodotto potesse sostenere anche quello degli strumenti a fiato, o per creare una differenza timbrica fra la linea melodica e quella dell'accompagnamento, se gli uncini venivano messi in funzione solo sulle corde basse.

Questa arpa è diatonica e ad un solo ordine di corde. Con l'avvento della 'musica ficta' si rende quindi necessario elaborare un sistema per rendere possibili i cromatismi: per eseguire un'alterazione di passaggio l'arpista produce una strozzatura alla base della corda stringendola fra pollice ed indice della mano sinistra mentre la pizzica con la destra, oppure ne preme l'estremità superiore contro la mensola (questa tecnica è ancora in uso presso i virtuosi di arpa paraguayana). Lo strumento sopravviverà fino al tardo Cinquecento, per essere poi via via soppiantato da altri che consentono più agevolmente l'esecuzione delle alterazioni (l'arpa italiana a due e tre ordini e l'arpa de dos ordenes a corde incrociate di origine spagnola).

DEMO AUDIO: "Voi k'amate" - XI sec., dal Laudario di Cortona (altus, flauto, arpa gotica, cimbali) - Live

MP3 (2.15 MB): Paola Brancato - arpa gotica

 

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